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È possibile vivere senza affidarsi a nessuna autorità? Secondo Krishnamurti, per collegarci pienamente a ciò che è reale, occorre esaminare in prima persona, senza poggiare su alcun puntello esterno, alcuna tradizione, ma neppure su ciò che abbiamo imparato in precedenza, su ciò che già conosciamo. Bisogna rivolgersi unicamente all'esperienza in corso. Egli non fu un filosofo in senso classico, ma piuttosto un veggente e un maestro, e i suoi discorsi erano meditazioni guidate. Amava interrogarsi insieme al pubblico, aiutando migliaia di ascoltatori a svincolarsi da modelli di pensiero profondamente radicati. Con l'esempio e l'indagine incoraggiava continuamente a esaminare la propria esperienza di sé e del mondo e a sviluppare un proprio 'sguardo critico'. La gamma dei suoi interessi fu estremamente varia, e il presente volume mira a illustrare soprattutto quella parte del suo pensiero che si concentra sui temi dell'io e dell'identità personale. Ma, inevitabilmente, l'autore tocca tutte le corde che hanno a che fare con il motivo del suo impegno nel mondo: favorire una trasformazione radicale della coscienza. I brani sono tratti principalmente da dialoghi tenuti a viva voce da Krishnamurti, per cui la lettura risulta estremamente vicina all'ascolto diretto della voce, del suo continuo domandare, stimolare questioni esistenziali, pungolare e mettere in discussione tutte le 'verità' che diamo per scontate e che non fanno che limitare la nostra libertà.